Hanno perso, perchè la classe non è acqua!
Hanno perso. La FIAT e la Confindustria. Marchionne e la Marcegaglia. La CISL, la UIL, la CGIL e tutto il sindacalismo giallo. Il PD, il PDL e tutta la compagnia di pagliacci, nani e ballerini al seguito. I grandi mezzi di informazione e i giornalisti al guinzaglio. Hanno perso, perchè nonostante il più infame dei ricatti quasi un operaio su due a Pomigliano ha avuto la forza, il coraggio e la dignità di dire no. E pensare che ce l’avevano messa tutta per assicurare a Marchionne quel 80% di si che era stato indicato come la soglia minima da raggiungere. Per giorni e giorni l’intero sistema informativo è stato trasformato in un gigantesco ufficio stampa della FIAT, articoli su articoli su tutti i maggiori quotidiani, minuti su minuti di servizi a senso unico in televisione. Per garantire l’affluenza l’azienda aveva addirittura convocato un corso di formazione retribuito. Aveva spedito capi e capetti a distribuire casa per casa i DVD in cui spiegavano la bontà dell’accordo. Ieri mattina questi stessi signori, tanto perchè il voto era “libero”, chiedevano a chi votava di fotografare le schede. Volevano un voto bulgaro, che blindasse l’accordo, ma l’hanno presa in quel posto. Perchè il rifiuto operaio va oltre il lusinghiero 36% di voti contrari. Su 4881 aventi diritto: 239 hanno scelto di votare, 22 hanno lasciato la scheda in bianco, 59 l’hanno annullata e 1673 hanno votato no. Complessivamente sono stati 1993 gli operai che hanno rifiutato l’accordo, un numero pari al 40,83% di tutti gli aventi diritto. Se poi eliminiamo i 400 quadri che hanno votato in massa per il si, allora la percentuale del rifiuto fra gli operai che lavorano alla linea sale al 44.5%. Un dato enorme se si tiene conto di quali erano le condizioni in cui si è tenuto questo referendum farsa. Una lezione imprescindibile anche per tutta la sinistra antagonista. E’ dai lavoratori in carne e ossa. dalle loro e dalle nostre lotte che bisogna ripartire.