il bizantino della sera
Lo scorso 16 maggio Tel Aviv ha negato l’accesso a Noam Chomsky, impedendogli di raggiungere l’università di Bir Zeit, in Cisgiordania, dove era atteso per una lezione. La negazione del visto è una pratica antidemocratica, discriminatoria e arbitraria molto comune in Israele, che viene usata soprattutto nei confronti dei militanti solidali con la causa palestinese come sa bene chi periodicamente cerca di raggiungere i territori occupati. A far particolare rumore, questa volta, è stata dunque la fama internazionale di cui gode l’ottantaduenne intellettuale statunitense, tanto che perfino i media mainstream, quelli per cui Israele ha sempre ragione a prescindere, si sono trovati nell’impossibilità di occultare completamete la notizia. E fra questi anche il Corriere della Sera che nell’edizione del 17 maggio ne ha dato conto con imabarazzo in un articoletto a pagina 21. La cosa sarebbe potuta finire qui, sepolta dalla valanga di altre notizie più o meno importanti. E invece no. Perchè il “fustigatore dei tiranni”, il “nemico dei regimi”, l’apostolo dei “diritti umani”, al secolo meglio noto come Pierluigi Battista, si è voluto cimentare nell’arduo tentativo di trasformare una palese violazione di ogni principio liberalborghese in una dimostrazione della natura intimamente democratica dello stato di Israele, o comunque in un errore indotto dalla perfidia degli arabi. Un esercizio di bizantinismo retorico da lasciare quasi ammirati. Chi vuole può andare a cercarsi l’articolo in rete o leggerselo a pagina 40 del Corsera di oggi, per chi si accontenta delle nostre citazioni ne riproponiamo di seguito alcune perle: “(Chomsky) un nemico dichiarato dello stato di Israele, che ne odia la natura democratica”; “mascherando con l’ideologia antisionista un antiebraismo furioso e assoluto”; (Israele) non può avere paura di un guru dell’antiamericanismo più forsennato come Noam Chomsky” “Chomsky ha coperto i delitti più efferati di Pol Pot in cambogia” “uno degli esponenti più noti ed ascoltati dell’odio anti-israeliano. L’odio per un Paese agitato da un’opinione pubblica vivace ed ipercritica, nutrità da una libera stampa senza complessi e senza tabù, articolata, pluralistica, abituata a trattare i temi più controversi anche quando viene ferita dai razzi dei suoi vicini e dalla caparbia incomprensione della sensibilità occidentale”. Tutto bene (ovviamente si fa per dire), ma qualcuno glielo spiega a Battista che Chomsky è un ebreo nato negli USA?