Il colonialismo israeliano bussa alla Sapienza
Mercoledì scorso abbiamo organizzato, come comitato promotore NO-EXPO NO-ISRAELE, un’assemblea alla Sapienza di lancio del comitato e della campagna contro la partecipazione israeliana all’expo milanese del 2015. L’ingerenza sionista si è subito manifestata chiedendo conto alla Sapienza dell’evento. Di seguito il comunicato del comitato promotore.
Lo scorso mercoledì 10 dicembre si è tenuta nel dipartimento di Fisica dell’Università La Sapienza l’assemblea di lancio della campagna romana NO EXPO NO ISRAELE. Questa campagna si pone l’obbiettivo di smascherare le ingerenze e i rapporti tra l’Italia e lo Stato sionista nell’ambito del grande evento dell’Expo, che si terrà a Milano a partire dal prossimo maggio.
Mentre si svolgeva l’iniziativa, che era stata legittimamente pubblicizzata con dei manifesti affissi dal comitato promotore, l’ambasciata israeliana contattava il rettore Gaudio e non meglio specificate “associazioni” contattavano il direttore di Dipartimento, chiedendo spiegazioni in merito alla natura dell’incontro.
In particolare chiedevano perché l’università organizzasse questo tipo di incontri, ritenendo che l’università stessa fosse promotrice dell’iniziativa.
Che un’ambasciata di uno stato straniero interloquisca e interferisca direttamente con un ente statale preposto alla formazione, quale è l’università, saltando tutti i predisposti canali diplomatici, ci sembra una rozza ingerenza; che lo faccia esigendo spiegazioni su di un’iniziativa che vi si svolge, supponendo che, se quest’ultima fosse stata organizzata dall’ente stesso, possa disporre di una sorta di “diritto di veto”, forse alla luce degli importanti interessi e investimenti che legano La Sapienza allo Stato dell’Apartheid e del Muro della Vergogna in Cisgiordania, ci sembra riflettere quella tipica mentalità da occupante manifestata in più occasioni anche qui in Italia.
Che l’università, a partire dalle indebite pressioni ricevute, anziché rispedirle al mittente sollevando un caso diplomatico, chieda conto delle iniziative agli studenti che le organizzano al suo interno, è un chiaro esempio di come in nome di interessi economici, il concetto di “libertà democratiche”, venga sempre più inteso come pedante sudditanza alle imposizioni politiche altrui.
Riteniamo che tali reazioni scomposte rientrino perfettamente nel
tentativo di Israele, uno Stato imperialista in guerra permanente contro il popolo palestinese, di propinare un’immagine con un’aura di libertà e democrazia, che certo non deve essere macchiata da prese di parola pubbliche che raccontano la verità.
State certi che continueremo così!
Comitato promotore NO EXPO – NO ISRAELE