il contagio… che da noi non c’è
Prima dell’estate, quando era deflagrata la crisi greca, i soloni del capitale ci avevano raccontato che le cause erano da ricercare nell’eccesso di statalismo, di welfare e bla bla bla. Adesso tocca all’Irlanda, quello che fino a qualche anno fa era considerato dalle cancellerie occidentali, e soprattutto dai mercati, un esempio da seguire. Qualcuno l’aveva definita la tigre d’europa, capace di attrarre investimenti internazionali proprio grazie al suo profilo iperliberista. Fatto sta che adesso le ricette che verranno imposte saranno le stesse già sperimentate dalla Grecia. Lacrime e sangue, tagli draconiani e sacrifici. Ovviamente solo per i lavoratori. 25000 dipendenti pubblici licenziati, riduzione del 10% dello stipendio dei neoassunti, aumento dell’IVA al 23%, queste sono solo alcune delle misure che il 7 dicembre verrano sottoposte al giudizio del parlamento irlandese e che hanno riscosso l’ovvio apprezzamento dei governi europei, mentre sindacati ed opposizioni sono già scese sul piede di guerra. Oggi intanto, anche in Portogallo, prossima tessera del domino destinata a cadere, i due maggiori sindacati hanno proclamato lo sciopero generale unitario dopo 22 anni che questo non accadeva. Al contagio della crisi del debito sovrano sembrerebbe corrispondere anche un contagio delle lotte… tranne che da noi dove gli stessi sindacati hanno eretto un bel “cordone sanitario” per evitare che il pericolosissimo virus della lotta di classe si diffondanel belpaese.