il cor(ro)sivo della Militant
Qualche mese fa lo slogan “je suis Charlie” era diventato una sorta di brand globale della lotta alla barbarie e della difesa della libertà di satira. E anche a sinistra furono davvero pochi quelli seppero sottrarsi alle sirene della chiamata alle armi virtuale in difesa della nostra civiltà attaccata… Di fronte all’orrore della strage nella redazione di Charlie Hebdo c’era poco da riflettere: o stavi dalla parte della “libertà di stampa”, della “satira”, della “democrazia”, dei “diritti civili” (e bla bla bla continuando) oppure stavi con i fanatici barbuti. Noi, dal canto nostro, provammo a spiegare che questa lettura binaria era funzionale all’offensiva neocoloniale in corso da anni e proprio per questo venimmo aspramente criticati anche da molti compagni (leggi i commenti). Oggi, di fronte all’ultima copertina islamofoba del giornale, che per fare satira sulla Le Pen disegna i banlieusard come scimmie, vorremmo riproporre la domanda che facemmo allora: ma davvero siete tutti charlie?