Il cor(ro)sivo della militant
“L’estremismo malattia infantile del comunismo” è da sempre il libro più citato, da destra, nelle polemiche a sinistra. Ma forse sarebbe meglio dire il titolo più citato, visto che poi non sono tanti quelli che nella lettura sono andati oltre la quarta di copertina. Negli anni dietro quel titolo ci si sono nascosti un po’ tutti: togliattiani, duetempisti, berlingueriani, miglioristi e via via rimpicciolendo fino a quella che sembrerebbe l’ultima novità in termini di opportunismo, gli ingroiani. In quelle pagine densissime (e attuali) Lenin impartiva lezioni di tattica a chi comunque manteneva la rivoluzione come proprio orizzonte strategico, e ci pare di poter dire che tutto erano fuorchè un manuale del carrierista politico. Quindi tirarle in ballo adesso anche solo per far polemica, o per giustificare la propria adesione alla lista arancione, ci sembra un tantinello azzardato. A meno che, con sprezzo del ridicolo, non ci si venga a raccontare che Diliberto e Ferrero una volta utilizzato Ingroia per riconquistare la tribuna parlamentare si adopereranno per il potere dei soviet e la dittatura del proletariato… e poi c’era pure la marmotta che confezionava la cioccolata.