Il muro della vergogna e la solidarietà alla Palestina
E con oggi fanno dieci. Dieci anni di vergogna, dieci anni di segregazione, dieci anni senza essere stato mai bambino ed averne sfiorato l’ingenuità. La creatura partorita dall’occupazione sionista, il muro divisorio iniziato ad essere costruito nel 2002 nei territori della Cisgiordania, è stata oggetto di un pronunciamento della Corte Internazionale di Giustizia (in merito alle conseguenze legali della sua costruzione) che lo ha dichiarato illegale ai sensi del diritto internazionale. Quel pronunciamento è datato 9 luglio 2004. 10 anni di impunità di Israele, un lasso di tempo in cui il governo neo-colonialista ha messo a punto la sua fitta e capillare strategia per isolare le terre palestinesi per moltiplicare i propri insediamenti ed intensificare lo sfruttamento sulle residue risorse naturali.
Fosse solo questo…dobbiamo ammettere. La cornice di questa inesorabile macchina segregativa è stata una continua offensiva militare sulla popolazione palestinese. Da quel 2004 ad oggi contiamo innumerevoli “operazioni” di difesa dei governi sionisti, sempre impegnati a rimarcare il credo zemaniano secondo cui la miglior difesa è l’attacco. Nel giugno 2006 in seguito al rapimento del soldato Ghilad Shalit, vengono arrestati 60 membri di Hamas e uccisa una dozzina di presunti complici. A novembre dello stesso anno, per oltre 20 giorni, Beit Hanun è il palcoscenico dell’operazione Nuvole d’autunno: oltre 400 i morti accertati alla fine dei raid. Tra febbraio e marzo del 2008 sono oltre 150 i palestinesi morti nell’operazione Inverno caldo, mentre si ricorda con maggiore e triste facilità l’operazione Piombo fuso del dicembre 2008, che dopo 3 settimane di offensiva (terrestre e aerea) su Gaza farà contare oltre 1400 morti palestinesi (per lo più civili) e 13 soldati israeliani. Dal 2011 al 2012 proseguono gli scontri e le rappresaglie impari di Israele: centinaia di morti, caduti nell’oblio di operazioni militari senza nome ma che erano ormai la sanguinosa quotidianetà di chi viveva nella striscia di Gaza. Dopo l’operazione Colonna di nuvola del novembre 2012, oggi stiamo assistendo alla rappresaglia sionista per il sequestro e l’uccisione di tre coloni (operazione Rock Solid).
Abbiamo avuto modo di dire in questi giorni (qui) che al di là dell’infamia sionista, ciò che ci infastidisce di più è l’atteggiamento di sudditanza dei media nostrani. Colonne d’inchiostro per i 3 coloni rapiti e uccisi, ricostruzioni sulla loro vita civile ed un lento ma incessante accompagnare il lettore o lo spettatore in uno stato di inconscia ed incolpevole empatia con la sete di vendetta israeliana; dall’altra parte, invece, un’indistinta massa terrorista. Il silenzio che stiamo sentendo e a cui siamo obbligati non ci impedisce di provare a lanciare un grido di rabbia e solidarietà a tutti i fratelli e le sorelle che in questi giorni, in queste ore stanno resistendo a Gaza. La Roma antifascista, antimperialista e antisionista si è data un appuntamento di piazza per solidarizzare con la Resistenza palestinese.
Ci vediamo tutti venerdì alle 18 in Largo Corrado Ricci, con gli occhi ben aperti ché l’infamia sionista in questi giorni non ha lesinato maltrattamenti a nessuno. Anche questo, prima o poi, dovrà essere un argomento su cui ci si dovrà misurare come movimento di classe internazionalista.
(di seguito il lancio del corteo da parte del movimento BDS)
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BDS Roma aderisce e invita alla massima partecipazione e diffusione. In allegato la locandina.
9 luglio 2004 – 9 luglio 2014
10° anniversario della Sentenza della Corte Internazionale di Giustizia sull’illegalità del muro israeliano
L’anniversario che ha sancito l’illegalità del muro costruito da Israele intorno alle proprie colonie nei Territori palestinesi occupati, esse stesse costruite con modalità che lo Statuto della Corte Penale Internazionale classifica come crimine di guerra, cade in un momento assai critico.
A seguito del fallimento dei colloqui di pace – che Netanyahu ha condotto continuando a costruire colonie ed abbattere case palestinesi a Gerusalemme come in Cisgiordania – e della decisione dei due maggiori partiti palestinesi di formare insieme un unico governo per tutta la Palestina, Israele ha intensificato la pressione militare sia su Gaza che sulla Cisgiordania. Ha reagito all’uccisione di tre giovani coloni israeliani, avvenuta in un’area sotto il proprio esclusivo controllo, scatenando una “punizione collettiva” contro l’intero popolo palestinese.
Ad oggi, sono stati uccisi dall’esercito israeliano sedici palestinesi, oltre al ragazzo arso vivo a Gerusalemme.
Accogliamo l’appello della società civile palestinese per iniziative in tutto il mondo per porre fine all’impunità di Israele. Invitiamo quanti nella Città di Roma danno ancora un senso alle parole pace, democrazia, giustizia, legalità, a ritrovarsi
Venerdì 11 luglio, h 18,
in Largo Corrado Ricci, Roma
per esprimere solidarietà al Popolo Palestinese sotto Occupazione ed invocare con forza l’intervento dell’Unione Europea e del Governo Italiano affinché finalmente sia imposto il rispetto della legalità internazionale anche allo Stato di Israele, si abbatta il muro e venga restituita ai palestinesi la propria terra.
Reti di associazioni, gruppi e comitati per i diritti del Popolo Palestinese