Il regime verra trasmesso (3)
Alla fine ha dovuto dire la sua. Scalpitava, pungolato nell’orgoglio per non aver preso ancora nessuna posizione “di rilievo”; si è slacciato i gemelli della camicia, ha rimboccato frettolosamente le maniche all’altezza dell’avambraccio e poi, tra il finto stupore dell’azienda RAI, ha emesso la sentenza.
Il direttore generale della Rai Mauro Masi ha chiesto a Michele Santoro che «sin dalla prossima puntata di Annozero siano attivati i necessari e doverosi riequilibri informativi specificatamente in ordine ai servizi andati in onda dall’Abruzzo» ma non al dibattito in studio di giovedì scorso. Il dg lo ha chiesto in una lettera inviata allo stesso Santoro e ai direttori del Tg3 Antonio Di Bella e di Raidue Antonio Marano. (corriere.it)
Ma il dg RAI punta ancora più in alto, chiedendo anche la sospensione del contributo offerto nella trasmissione dal celebre vignettista del Manifesto Vauro Senesi. Nella lettera inviata da Masi, Vauro è accusato di aver riprodotto in studio una vignetta intitolata “Aumento delle cubature. Dei cimiteri” che è stata valutata “gravemente lesiva dei sentimenti di pietà dei defunti e in contrasto con i doveri e la missione del servizio pubblico”. Insomma, siamo alle solite; nessuna voce fuori dal coro quando si tratta di far venir meno il clima di pacificazione nazionale che segue alle catastrofi del nostro paese. Nessun rimbrotto o formalizzazione di accusa verso presunti criminali che ora versano lacrime di coccodrillo; nessuno sdegno se lo sciacallaggio mediatico contiuna a strappare i brandelli di vita che i terremotati abbruzzesi si tengono forte, mentre la caccia ai responsabili di una catastrofe annunciata comincia a fare acqua e ad offrire i primi verdetti di criminosa immunità.
Adesso il problema in RAI è difendere la bella faccia del ceto politico nostrano; non curanti delle responsabilità che avrebbero dovuto inchiodare i colpevoli agli stessi muri di sabbia venuti giù come la vita di molte persone dell’Aquila, Fossa, Onna e via discorrendo. Il problema RAI ora è Santoro, è Vauro; la risposta è Vespa, è l’indignazione parlamentare che svia dalle scomode verità che si prova a mettere a nudo. L’indignazione parlamentare, la stessa ipocrita manovra dei maggiori quotidiani italiani che si sono fermati a controinchiestare il crollo dell’ospedale; il buon reportage di Fabrizio Caccia sul Corsera (a soli due giorni dal disastro) lasciava ben sperare per un’analisi che nei giorni a venir si sarebbe occupata di smascherare le magagne e le marchette che stavano dietro qulle costruzioni degne dei peggior LEGO. Ma poi, senza false ed ingenue speranze, ci è bastato ricordare il vincolo che lega il gruppo RCS (proprietario del Corriere della Sera) e la Impregilo (ovvero la società di costruzioni che aveva avuto l’appalto pe la costruzione dell’opsedale de L’Aquila): una storia inenarrabile, un finale strozzato “causa forza maggiore”, un cast da rivedere per una tragedia che ha segnato picchi di ascolto e share quasi fossimo in un sistema radiotelevisivo a canale unico. Bene, bravi, bis.
Sipario.