Ius soli o della demenza fascista
[Italiani si nasce…ma non erano contro lo Ius soli?]
«Diritto al lavoro non ce lo abbiamo noi non ce lo avranno loro»: questo uno degli slogan utilizzati ieri da Forza nuova nelle proteste contro l’approvazione della legge sul cosiddetto “Ius soli”. Uno slogan che racchiude tutti i caratteri della reazione, sia quella manifesta del neofascismo, sia quella mascherata della Lega nord e partiti affini. Potrebbe essere la parola d’ordine elettorale di tutto un campo della politica, che va dal Pd alle frattaglie neofasciste, a pensarci bene. Il problema non è la povertà infatti, così come non è mai stato, per questi partiti, la disoccupazione, il lavoro precario, la scomparsa dello Stato sociale e dei diritti di cittadinanza. Il problema è il povero, il disoccupato, il precario, il lavoratore impoverito. E il migrante, ovviamente. Anzi, il migrante prima di ogni altro, visto che giace in fondo alla catena alimentare capitalista, soggetto fondamentale e, proprio per questo, reietto socialmente e giuridicamente. Ma nonostante ciò è davvero rivelatore questo lapsus gridato per le strade di Roma, per cui il problema non è il “diritto al lavoro”, ma impedire ad altri di raggiungere questo diritto, nel frattempo scomparso dai radar “degli italiani”. L’esclusione e la differenza si presentano come caratteri distintivi della reazione.