Lander: la Cassazione obbedisce a Madrid
di Marco Santopadre
La notizia è arrivata questa mattina: i giudici della Corte di Cassazione di Roma, così come avevano fatto i colleghi della corte d’Appello a gennaio, hanno detto si all’estradizione in Spagna di Lander Fernandez.
Niente sorprese dai togati di Piazza Cavour, che si sono presi qualche ora in più per decidere su un caso che sta generando una vera e propria ondata di solidarietà in tutta Italia, come dimostrano le decine di striscioni esposti ieri contro l’estradizione del militante basco in molte città grandi e piccole del nostro paese. Ma alla fine anche la Cassazione ha deciso di chinare la testa di fronte alle richieste di Madrid. Anche se il reato contestato è ampiamente prescritto, anche se la Spagna ha una legislazione d’emergenza che fa a cazzotti con tutti i trattati e le convenzioni internazionali, anche se nelle caserme spagnole si tortura, anche se le prove contro l’imputato sono fumose e vaghe.
Un altro fatto che grida vendetta e che la dice lunga sulla presunta indipendenza della magistratura italiana è che Il contenuto della decisione dei giudici di Piazza Cavour l’interessato l’ha appreso… dalla stampa spagnola. Si, perchè prima ancora che la decisione fosse notificata agli avvocati difensori di Lander e quindi all’attivista basco, le agenzie di stampa iberiche già battevano, con toni trionfalistici, il si della Cassazione alla richiesta di estradizione avanzata da Madrid. “Un altro punto a favore della lotta al terrorismo”…
Ma la battaglia continua. Lander e i suoi difensori hanno già fatto sapere che ricorreranno contro l’assurda decisione in tutte le sedi giuridiche e politiche ancora a disposizione, sia italiane che internazionali. E già oggi pomeriggio, dalle 17, il comitato ‘Un caso basco a Roma’ sarà di nuovo in piazza, al Colosseo, con gli striscioni e le bandiere contro l’estradizione e per la libertà di tutti i prigionieri politici baschi, a fianco dei comitati di solidarietà col popolo palestinese e quello cubano e insieme alla comunità kurda.