Le cazzate di cazzullo
Aldo Cazzullo è un giornalista del Corriere della Sera e uno dei tanti arruolati nel nuovo sport mediatico, la “caccia allo straniero” – stranamente ancora non riconosciuta come specialità olimpica. Poco importa che il nostro Cazzullo sia quotato in area Pd, tanto abbiamo più volte ribadito come la gogna contro lo straniero non trova differenze tra i due poli. In un intervento a un forum del Corriere della Sera, ascoltabile in streaming anche in Rete, due settimane fa, il nostro Cazz si lanciava in una dichiarazione che dovrebbe lasciare attonite le persone civili. Alla giusta obiezione di una lettrice che, intervenendo nel forum, gli chiedeva come mai i giornali sottolineassero, da qualche tempo a questa parte, solo gli stupri commessi da immigrati, alla faccia dell’evidenza statistica per cui l’orco è presente soprattutto dentro casa, l’ineffabile Cazz rispondeva serafico: “Signora mia, sarà d’accordo con me che un reato commesso da un immigrato è più grave?!”
Vabbeh, tralasciamo… Il nostro Cazz ha anche una rubrica settimanale su “Io Donna”, il magazine del Corriere della Sera dedicato alle donne. La rubrica si intitola pomposamente “Quello che gli uomini non dicono”. Addirittura!
In uno degli ultimi numeri (n.9, 28 febbraio), Cazz tornava sull’argomento-stupro, a proposito di un cittadino di Bologna che, a fronte della vergognosa indifferenza degli altri passanti, è riuscito a evitare uno stupro, rivolgendosi ad alcuni poliziotti. Lo stupratore era straniero, ovviamente.
Quello che ci preme sottolineare è che il nostro Cazz, evidentemente ringalluzzito dalla caccia allo straniero di questi tempi, veste i panni del supereroe e si domanda cosa avrebbe fatto, nel caso si fosse trovato di fronte a un tentativo di stupro. La risposta è pronta, citiamo espressamente: “Non sono certo che avrei affrontato da solo un uomo armato e di sicuro più giovane di me; sono certo però che non sarei scappato”.
Fin qui tutto bene, evitare che si compia una violenza contro una persona più debole è un atto meritorio, tanto più nel caso di una violenza sessuale (il più becero dei crimini). Il punto è che il nostro Cazz si iscrive di diritto nell’albo dei “coraggiosi a parole”, degli “eroi da tastiera (o da carta stampata)”. Il nostro Collettivo, infatti, ha un ricordo ben preciso del mitico Cazz: quando andammo a contestare la presentazione del vergognoso libro dell’infame Pansa (“La grande bugia”, nel quale si parlava di eccidi compiuti da partigiani senza citare lo straccio di una prova), in un albergo di Reggio Emilia, al tavolo dei relatori trovammo l’ineffabile Cazzullo, che considera Pansa il suo maestro (non avevamo dubbi…). Ebbene, una volta iniziata la contestazione (peraltro civilissima, nonostante Pansa meriterebbe una buona dose di violenza proletaria), mentre lo stesso Pansa si adoperava, con grande imbarazzo, per farla terminare, ci accorgemmo che il coraggiosissimo Cazz si era dileguato dal tavolo dei relatori, per poi ricomparire solamente dopo che le solerti forze dell’ordine ci avevano portate fuori (le avrà chiamate lui?!?).
Caro Cazz, se la nostra vita e la nostra sicurezza dipendesse da te saremmo in una situazione veramente disperata…