lega magnona
Questa mattina è andata in scena, ovviamente a favore di telecamere, una delle esibizioni più ributtanti allestite da quel circo Barnum che dovrebbe rappresentare la nostra classe politica. Oppure no. Anzi a pensarci bene dovremmo dire che s’è trattata di un’operazione verità. Con leghisti e piddiellini a fare per una volta in pubblico quello che solitamente fanno nelle segrete stanze del potere: sedersi intorno a un tavolo e spazzolarsi anche le briciole. Il pretesto è stato il cosiddetto pranzo riparatore dopo le sparate antiromane di Bossi che avevano messo in forte imbarazzo Alemanno, solo che, contrariamente a quanto si prefiggeva, er sindaco de Roma ne è uscito ulteriormente ridimensionato costretto al ruolo di cameriere di fronte al leader di un partito che evidentemente vanta una golden share sul governo. Renata Polverini che imbocca Bossi è forse la rappresentazione plastica più adeguata per decrivere la situazione. La palma dei buffoni, però, questa volta se la aggiudicano i militanti del Popolo di Roma. Questa microcorrente del PDL romano, guidata dal cameratto Castellino, nei giorni scorsi aveva dilapidato migliaia di euro del finanziamento pubblico per tappezzare Roma di manifesti dai toni bellicosi. Taci Padano. Bossi mo’basta. Roma nun se tocca. Roma è da sempre e per sempre la terra dei padri. Ci mancava solo che Giulianino Decimo Meridio, comandante dell’esercito del nord, generale delle legioni Felix si attestasse sul Grande Raccordo Anulare (dopo aver pagato il pedaggio) e chiamasse a raccolta i pretoriani per difendere l’urbe immortale dalla calata dei barbari. E invece, come nella migliore delle tradizioni italiche, è finito tutto a tarallucci e vino, o meglio a polenta e pajata, con quelli del popolo di Roma ad applaudire la ritrovata pace tra Bossi e Alemanno. Sembra che il momento più solenne sia stato quando Castellino s’è girato e rivolto ai suoi ha sentenziato: al mio segnale… magnamose tutto.