Melfi? Come se fosse antani…
Domanda: esiste un imbonitore più bravo di Marchionne? Esiste un altro in grado di fare, nel giro di pochi anni, la supercazzola ad un’intera nazione? Ammettiamolo, la risposta è no. Al suo cospetto il Conte Mascetti impallidisce. In un lasso di tempo relativamente breve il manager col maglioncino è riuscito a promettere tutto e il contrario di tutto irretendo (o comprandosi) politici di centrodestra e di centrosinistra, giornalisti e opinionisti, cardinali e sindacalisti. Ricordiamolo, in principio era il Verbo, o meglio, il fantomatico piano Fabbrica Italia e i 20 miliardi di euro di investimenti. A suo dire si sarebbe dovuto trattare di uno sforzo economico senza precedenti ed in assoluta controtendenza rispetto alla crisi del settore. A patto però che gli venissero tolti di mezzo alcuni impedimenti come il contratto nazionale e il sindacalismo conflittuale e che gli fosse garantita una maggiore estrazione di plusvalore relativo attraverso la saturazione dei tempi e gli aumenti di produttività. E allora tutti a far pressioni sugli operai affinchè abbassassero la testa e votassero si ai referendum di fabbrica, recidendo finalmente quei lacci e lacciuoli che impedivano alla FIAT di spiegare le ali. Poi però, una volta servito allo scopo e mentre i lavoratori nonostante le promesse continuavano a ruotare in cassa integrazione, il piano “Fabbrica Italia” è stato riposto nel cassetto e tanti saluti ai 20 miliardi. La spiegazione? Il mercato europeo è saturo. E bella scoperta! A quel punto, di fronte a qualche timidissima perplessità e alle sempre più insistenti voci sulla chiusura di uno stabilimento ecco uscire dal cilindro un altro coniglio: FIAT manterrà i livelli produttivi e occupazionali e per farlo non chiederà soldi allo Stato. Di nuovo applausi a scena aperta, con Bonanni e Angeletti che vanno in pellegrinaggio al Lingotto e il premier Monti che prima di natale sceglie lo stabilimento di Melfi per il suo esordio elettorale. Ieri l’ennesima piroetta e l’annuncio che in uno stato degno di tale nome suonerebbe come una presa per il culo: la FIAT chiederà proprio per lo stabilimento di Melfi due anni di cassa integrazione straordinaria, tradotto: salari decurtati e pagati con i soldi pubblici. Ora, certi che il buon Sergio otterrà quello che chiede, non ci rimane che aspettare la prossima supercazzola, ovviamente… come se fosse antani.