Negazionisti a chi?
A chi ci accusa in questi giorni di essere negazionisti, e in particolare di voler negare il fenomeno delle foibe, rispondiamo brevemente con alcune osservazioni. Pensiamo sia doveroso rispondere a chi in questi giorni ci ha violentemente attaccato senza mai citare alcun dato o fonte storica, ma solamente interessato alla polemica politica fine a se stessa, a buttarla in caciara si direbbe a Roma. Ci hanno accumunato ai negazionisti dell’olocausto, senza mai entrare nel merito del nostro lavoro (e soprattutto del lavoro di storici affermati che da anni studiano il caso). Di voler negare l’evidenza per partigianeria politica. Ma qui è proprio l’evidenza che manca. Con il colpevole silenzio di tutte le forze politiche, è passata una verità che in realtà non è mai avvenuta. E’ stata istituita una giornata del ricordo senza indagare bene chi, o cosa si ricordava. Una giornata funzionale agli scopi politici della destra al governo. Ma entriamo nel merito.
Ridimensionamento del fenomeno
Partiamo dal dato più evidente: I morti delle foibe nessuno ci dice esattamente quanti siano. Partendo dalla sinistra sino all’estrema destra, i morti diventano prima 5.000, poi 10.000, poi 17.000 poi addirittura 20.000. Tutto questo senza mai chiarire su quali fonti ci si attiene per sparare queste cifre. Il normale cittadino, di fronte a queste cifre, non capirà bene quante vittime ci siano state, ma si farà subito un idea che sia stata comunque una tragedia immane. Il primo punto è appunto appurare quanti siano stati effettivamente i morti per infoibamenti. L’unica fonte esistente in merito è il rapporto del maresciallo dei vigili del fuoco Harzarich, che effettuò i recuperi dei morti nel biennio 1943-1945. Secondo il suo rapporto, nel 1943 furono recuperati dalle cavità carsiche note come Foibe circa 200 corpi. Nei recuperi avvenuti nel 1945 invece i corpi erano quasi 600, 598 per la precisione. Il maresciallo Harzarich è l’unico che ha effettuato i recuperi dei corpi, dopodichè nessun’altro ha mai più recuperato dei corpi dalla foibe. Si evince dunque che nel complesso i morti furono quasi 800. Questo è un dato certo e incontrovertibile, almeno basandosi su fonti certe e documentabili. Certo, fare il calcolo dei morti non è mai bello, però in una guerra che costò 50 milioni di morti nei vari paesi del continente, stiamo parlando di 800 vittime accertate. Sicuramente tante, ma non certo le 20.000 sparate dalla destra. Ma il semplice calcolo dei morti, pur ristabilendo una parte della verità, non chiarisce ancora il quadro generale e il complesso della vicenda. Andiamo quindi a esplorare gli altri punti oscuri della vicenda.
Contestualizzazione del fenomeno
Altra cosa che la destra e il revisionismo di Stato omettono sempre, è approfondire bene il contesto in cui avvennero questi infoibamenti. Allora ricordiamo alcuni episodi; dal 1922 le popolazioni slave presenti nella Venezia Giulia vennero colpite e torturate dalle milizie fasciste al fine di una italianizzazione forzata di suddette popolazioni, nonché per semplice razzismo politico e culturale. Si attuò una vera e propria pulizia etnica nel confronti di chiunque fosse di origine slava, italianizzando nomi e cognomi, strade e nomi di città, nonché distruggendo ogni forma di cultura slava presente nelle terre di confine. A questa pulizia etnica si aggiunse, dall’aprile del 1941, l’occupazione nazi-fascista della Jugoslavia. Il 6 Aprile 41 i nazisti invadono la Jugoslavia in compagnia dei fascisti. Oltre alle sevizie di guerra, ai rastrellamenti, alla distruzione di villaggi e altri fenomenti del genere, si istituirono in territorio slavo numerosi campi di concentramento per ebrei, slavi e oppositori politici. Ecco, in questo simile contesto, dopo la Liberazione ci fu la risposta dei partigiani jugoslavi nonché delle forze alleate anglo-americane. Nell’ambito di questa Liberazione avvennero molte delle uccisioni che poi ritroviamo conteggiate fra i martiri delle foibe. E infatti, se si andasse a vedere la biografia dei morti per infoibamenti, si andrebbe a scoprire che tutti coloro che finirono nelle foibe furono o fascisti della milizia di difesa del territorio, o appartenenti alle forze armate della repubblica sociale, o appartenenti ai carabinieri e polizia, o erano spie e collaborazionisti dell’esercito occupante nazi-fascista. Quindi, nel contesto di liberazione dal nazifascismo dei popoli soggiogati, numerose furono le vendette e i regolamenti di conti con chi fino a poco prima era il persecutore e l’oppressore delle popolazioni europee, e in questo caso slave. La maggior parte delle vittime fu passata per la armi dopo regolare processo. Non mancarono certo vendette sommarie o private, ma furono un numero risibile e comunque rientrante del contesto generale di resa dei conti col nazifascismo.
Pulizia etnica o rappresaglia politica?
Il terzo punto riguarda proprio il più odioso attacco della destra nei confronti dei partigiani slavi e delle truppe di Tito: quello di aver portato avanti sostanzialmente una pulizia etnica nei confronti dell’italiano in quanto tale. Dopo aver definito la contestualizzazione, possiamo evidentemente rispondere che non fu così. Ci furono dei regolamenti di conti e dei regolari processi che portarono alla morte dei collaborazionisti dell’occupante nazi-fascista, ma sempre di motivazioni politiche si trattava. Insomma, queste 800 vittime erano il frutto di una rappresaglia politica che a volte sconfinò nella vendetta personale, ma sempre su basi politiche e mai su basi etniche di odio verso l’italiano. L’unica pulizia etnica fu quella italiana nelle terre di confine dal 1922 sino alla fine della guerra; dopodichè, si passò alle azioni partigiane contro i fascisti e collaborazionisti, che non sfociò in nessun caso nell’attacco all’italiano in quanto tale.
Fatte queste precisazioni, invitiamo chiunque abbia qualcosa da controbbattere a farlo, ma portando avanti dati storici e valide argomentazioni, senza scadere nella polemica politica funzionale al revisionismo di Stato portato avanti da tutte le forze politiche.Noi ci abbiamo provato e ci siamo riusciti, con iniziative di carattere storico e smentendo dati alla mano tutte le leggende che girano su questo argomento.