Oggi a La Sapienza verso il #28F, per costruire la risposta collettiva
Oggi pomeriggio alla facoltà di Lettere de La Sapienza, alle 17, si terrà il secondo grande appuntamento pubblico della campagna #MaiConSalvini. Sarà, ne siamo certi, un momento di grande energia collettiva, quella necessaria per dare un ulteriore grande spinta ad un meccanismo che, pur tra mille difficoltà e la reticenza dell’informazione di massa, sta facendo camminare un percorso di risposta dal basso contro l’arrivo di Salvini a Roma, il prossima 28 febbraio.
Repetita iuvant, non è Salvini in quanto tale il problema. Ma quello che si porta dietro, principalmente a livello di immaginario. La Lega oggi rischia di essere appetibile tra i ceti popolari maggiormente colpiti dalla crisi, quella massa di persone che fanno a gara per trovare il capro espiatorio, che si preoccupano di radicalizzare il conflitto nella classe e non tra le classi, litigandosi le briciole che fino a ieri proprio la Lega che governava con Berlusconi faceva cadere dai tavoli delle decisioni. Tavoli dei palazzi, dei palazzi romani. Quelli in cui per anni il baluardo dell’identità nordista ha banchettato, alla faccia del primato settentrionale e di “Roma ladrona”. Per anni c’hanno riempito di demagogia, di inni al federalismo, di indipendenza e autonomia. Oggi ce li ritroviamo schiavi delle stesse malattie che dicevano di voler combattere, in una pax romana suggellata dal sodalizio con CPI – altra mercenari da campagna elettorale, ieri con l’MSI per il primato dell’Italia, oggi con Salvini per il primato dei padani.
Non prendiamo sottogamba questa provocazione, perché Salvini – nelle sue mille apparizioni nei talk show in prima serata – ci ha fatto capire bene dove vuole arrivare: ripulire la Lega da bossismo, darle una faccia presentabile da Bologna in giù e sfidare Renzi come capopopolo dell’opposizione di destra, plasmando quest’ultima sul modello lepenista uscendo dalle secche in cui l’aveva condotta il berlusconismo.
Il compito nostro, della Roma antifascista e antirazzista ma anche e soprattutto della Roma delle lotte e di chi sa qual è l’alternativa politica ai due Matteo, è quello di smascherarli, di dire chi sono, di far capire alla gente cosa si cela dietro certi messaggi qualunquisti e che tanto facilmente, per paradosso, vengono recepiti.
Oggi a Lettere, dunque, per ripartire insieme. Per costruire la mobilitazione che ha deciso di sfilare da Piazza Vittorio fin dentro il cuore della città. Oggi a Lettere, per ribadire che determinazione e partecipazione sono sinonimi delle nostre lotte.
Rischiare libertà strada per strada, scordarsi le rotaie verso casa (diceva un grande che oggi avrebbe fatto 75 anni).