Pensando ad Anna: liberando gli anni 70 dalla damnatio memoriae
Il duplice sold out delle due proiezioni del film “Pensando ad Anna” svoltesi lo scorso 17 gennaio presso il Nuovo Cinema Aquila di Roma stanno a testimoniare il grande interesse che rivestono ancora oggi gli anni Settanta dal punto di vista storico-politico e dell’approfondimento teorico, soprattutto quando a raccontarli è la vivida testimonianza di Pasquale Abatangelo, storico compagno prima dei NAP e poi delle BR, a lungo detenuto per reati di strada e poi “convertitosi” in militante politico.
L’ottimo film di Tomaso Aramini, utilizzando la straordinaria trovata di mischiare teatro, cinema ed interviste dirette attraverso la pratica dell’etnografia performativa, parte dal libro autobiografico di Pasquale che da appunto il titolo al film, per costruire una narrazione di quegli anni che conduca il protagonista stesso che li ha vissuti a descriverne i tratti salienti, con particolare riguardo alla dura esperienza carceraria che lo vide tra i protagonisti della mobilitazione per l’ottenimento di migliori condizioni di reclusione e a favore di un’amnistia per tutti i detenuti politici.
L’esperimento meta-teatrale e meta-cinematografico è arricchito dal ruolo di Fulvio Bufi, giornalista del Corriere della Sera, che a più riprese incalza il protagonista su tutti i momenti più controversi della sua esperienza politico-militante, cercando aporie e contraddizioni nel suo agire, senza riuscire però a poter disconoscere il suo essere un convinto militante rivoluzionario.
Il docu-film si dipana dunque attraverso numerosi flash-back descritti dal protagonista, cominciando la sua narrazione con il Pasquale che provenendo da un contesto estremamente difficile diventa “delinquente” comune e dedito a rapine o piccoli furti e che a causa di esse viene più volte arrestato e successivamente rilasciato; successivamente lo vede “convertito” alla militanza politica con “Lotta continua”, gruppo della sinistra extra-parlamentare che conduceva un importante lavoro sui proletari in carcere e poi dopo fasi di conflitto dentro e fuori al carcere, abbracciare la lotta armata prima con i Nap e poi con le BR.
Centrale all’interno del film è la relazione sentimental-esistenziale che si sviluppa nel corso di decenni tra Pasquale e Anna, la sua storica compagna di vita e la madre di suo figlio, che lo supporta in tutte le sue scelte e ne condivide le scelte politiche e di militanza, accettando una lunga lontananza, appena attenuata dalle visite in carcere, perché consapevole del ruolo che Pasquale ha scelto per sé. Un rapporto il loro che come viene dimostrato durante tutto il corso del docu-film va molto al di là del semplice amore e li porta a trascorrere insieme tutta la vita, fino alla malattia di Anna che ne determina la prematura scomparsa.
Dopo le due proiezioni un interessante dibattito ha messo a confronto il regista, Pasquale e il giornalista Bufi con la platea, che ha così potuto esporre delle questioni volte ad comprendere meglio alcuni elementi del film, ma anche a stimolare importanti riflessioni su questo decennio così tanto bistrattato ma che ha comunque determinato una grande avanzamento dei diritti politico-sociali nel nostro paese.
Il film sarà in replica il 29 gennaio alle ore 21, sempre al cinema Aquila.