Perchè Sanremo è Sanremo…
La settimana che si è appena conclusa è stata quella di Sanremo. “E che ci frega di Sanremo?” – direte voi?! “Non ce ne frega niente” – rispondiamo noi, se non fosse che il Festival di Sanremo rappresenta l’ennesimo carrozzone nazional popolare utilizzato per costruire una cultura nazional popolare che istupidisca le masse e le distragga. Sanremo e Miss Italia ieri, come le varie trasmissioni della tv trash di oggi hanno rappresentato il rassicurante Paese-che-non-c’è, sono vissute (e ancora vivono) di polemiche borghesucce e si sono riempiti di imbonitori, comici, preti, sociologi. Tutti rassicuranti nella loro pochezza, tutti sinceri nella loro stupidità. Non è un caso che il ceto politico si sia sempre mostrato straordinariamente interessato a questi spettacoli, imponendo i propri messaggi o quantomeno impedendo che ne trapelassero di sovversivi. Segnaliamo un caso consueto: l’edizione 2009 si è segnalata, oltre che per la stucchevole polemica sull’omofobia della canzone di un cretino in zona CL, per lo sdegno causato dalla presenza delle conigliette di Playboy. Tra le più accese oppositrici di questa apparizione (poi effettivamente avvenuta senza nessuna sconveniente nudità…), la mitica Alessandra Mussolini che, prima dell’inizio del festival, non perdeva l’occasione per questa mirabile dichiarazione: “La presenza delle conigliette di Playboy è una scelta sconveniente. Visto il dibattito di queste ore su fratti drammatici, che hanno visto le donne come tragiche vittime, ritengo inopportuna e disattenta verso il mondo femminile la scelta operata dal servizio pubblico. Visto che anche noi donne paghiamo il canone, almeno la Rai invitasse anche i California Dream Men”… Ecco, in realtà è proprio della Mussolini che vogliamo parlare: è dall’inizio degli anni Novanta che la Mussolini cerca di ottenere un ruolo dentro la destra italiana, utilizzando tutte le platee possibili, a fronte di un seguito pari allo zero. In primo luogo spende il suo cognome e la sua discendenza dal Maiale Appeso, anche se, al di là del cognome, non è che si intravedano chissà quali doti politiche. Così la figlia della sorella di Sophia Loren e di Romano Mussolini ha incominciato a utilizzare anche un secondo tipo di marketing politico, rivolto questa volta non ai nostalgici del Ventennio, ma alle mamme di famiglia. Si è posta, infatti, come difensore delle donne e dei bambini, contro stupratori, extracomunitari, comunisti e froci che attentano alla moralità e all’ordine pubblico. Come facciano a convivere queste due anime (la fascista di una volta e la pasionaria dei diritti delle donne) non si sa, pensando a come erano trattate le donne dall’ideologia fascista (e dal Maiale in persona), ma tant’è, siamo in Italia: la coerenza politica storicamente non paga. Così la ricordiamo in prima fila impegnata in operazioni mediatiche con le quali pretendeva di convincere la telespettatrice della sua vicinanza alle donne che soffrono, aiutata in questo anche dalle parlamentari del centro-sinistra (che notoriamente non brillano per arguzia). L’obiettivo, alla fine, era sempre lo stesso: non scollarsi dal Parlamento. Così, dopo il flop di cartelli elettorali con l’estrema destra e di ridicole avventure solitarie (come la derelitta Alternativa Sociale, con cui prese lo 0,6% alle politiche del 2006), tornava puntualmente a leccare il culo a Berlusconi, facendosi candidare con il PdL nel 2008 e vincendo alla lotteria la Presidenza della Commissione parlamentare bicamerale per l’infanzia. E’ tutto abbastanza ridicolo? No, non ancora, perché la Mussolini, prima di intraprendere la sua folgorante carriera politica, faceva altro, sempre con l’obiettivo di lottare per il rispetto delle donne e l’emancipazione femminile. Come si può vedere dalla copertina qui sotto!