RomaFaSchifo contro #MaiConSalvini: ergo la direzione è giusta!

RomaFaSchifo contro #MaiConSalvini: ergo la direzione è giusta!

Quando i più realisti del Re iniziano la levata degli scudi, significa che il Re è nudo e le debolezze sono sotto gli occhi di tutti. La retorica del degrado e della sopraffazione, della lotta intestina e della delazione, della legalità come spauracchio e dell’istigazione alla violenza – sono tutti temi che, quando più quando meno, hanno imperversato non solo nelle cronache nere degli inserti quotidiani, ma anche nell’agenda di diverse forze politiche (non ultima quella di Salvini). Quelle stesse formazioni che da tempo stanno provando a fare breccia nelle fasce popolari più deboli, quelle colpite e tramortite da una crisi a senso unico e che, come la storia insegna, sono più propense in queste situazioni ad affidarsi a soluzioni macchiettistiche che – almeno a slogan – sembrano offrire facili scorciatoie d’uscita. Chi sono quindi i fidi scudieri e talvolta arcieri di queste operazioni di bassa macelleria politica? Roma ha le sue croci, ma da tempo ormai ha avuto modo di conoscere uno dei più noti tastieristi dell’etere capitolino, un petulante segugio che passa intere giornate a fotografare macchine in doppia fila, manifesti abusivi e bottiglie di Peroni sui marciapiedi. Roma fa schifo (perdonateci se non mettiamo il link, ma anche questo blog ha delle norme proprie sul “degrado”) rappresenta, per chi non conoscesse questo account Facebook e Twitter, l’animo questurino che sembra ormai imperversare e farla da padroni in questa città (anche se buona parte della penisola ne è malata).

Dietro un’iniziale e ruffiana vocazione etico-culturale che segnalava gli eccessi più evidenti di una città che, come tutte le metropoli, presenta migliaia di contraddizioni, il vero volto di questa entità virtuale (non potremmo definirla altrimenti, anche se è una creazione di Massimiliano Tonelli) ha iniziato ad accodarsi – seppur con evidente ritardo – al carrozzone delatorio che aveva già da tempo lanciato Repubblica con le sue “segnalazioni” alla redazione in cui hanno poi iniziato a confluire vere e proprie liste di proscrizione in cui la febbre da legalità aveva iniziato a produrre mostri (ricordate gli autisti dei bus licenziati per piccole infrazioni del codice stradale?)

Chi ha il piacere di leggere le bizzarre inchieste sui malcostumi dei romani, che quasi sempre finiscono magicamente con improprie maledizioni ed offese a rom, stranieri a vario titolo e – per non far mancare nulla – alla “kasta”, sa perfettamente di cosa parliamo. Una fucina di razzismo a cielo aperto, una discarica di materia grigia che inquina con commenti xenofobi i social e l’immagine della nostra città. Un esperimento che nel corso del tempo ha iniziato a legarsi a doppio filo con la destra reazionaria dell’assemblea capitolina e che negli ultimi tempi, pur senza condivisioni dirette da esponenti o partiti e stando attento a rimarcare l’equidistanza dall’intero arco politico del Campidoglio, sta foraggiando le litanie più vicine al mondo che Matteo Salvini e i suoi epigoni del centro-sud usano per la loro macchina di consensi.

Anche per questo, quindi, da alcuni giorni Roma Fa schifo ha aperto la sua campagna contro la campagna #MaiConSalvini condendo la dozzinale prosa su degrado et similia con insulti che mostrano la debolezza e la paura di un percorso che ogni giorno cresce e raccoglie consenso. La nostra campagna, nostra della città di Roma, della Roma antirazzista e antifascista, combatte anche soggetti del genere. Non dimentichiamolo.

Roma non fa schifo, sia chiaro. È questa Roma che fa schifo, questa Roma questurina che divide fomentando l’odio nella classe e ignora chi gli piscia in testa affogandolo nello schifo in cui tutti annaspiamo. Sembra che lui e pochi altri followers non se ne siano ancora accorti. Ma a noi, alla fine, interessa il giusto. Il 28 saremo insieme anche contro questo qualunquismo; un fenomeno pericoloso, che ci sentiamo di rifiutare come ha fatto qualche giorno fa Michele Zerocalcare (qui) che dopo aver aderito alla campagna con una breve clip, in cui tra i problemi di Roma annovera anche la povertà mentale di Tonelli, ha chiarito e messo i punti sulle “i”.
Vi lasciamo ad una bella carrellata di stronzate, che spaziano dalla quotidianità romana all’emergenza e i sensazionalismi di Roma-Feyenoord, fino ad altre folli “battaglie di civiltà” che mastro Tonelli conduce ogni giorno per 24h. Non arrabbiatevi e non insultatelo: compatitelo, perché anche se Roma fosse la capitale del pianeta del Mulino Bianco – ove regnerebbe pace e armonia – uno come lui sarebbe ugualmente confinato in una dimensione mentale di protagonismo che gli impedirebbe una vita serena.

 

(notare sponsorizzazione nuovo progetto taxi UBER… lauta ricompensa?)