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Ieri in Grecia un agente dei corpi speciali ha assassinato il quindicenne Andreas Grigoropoulos sparandogli al torace. Testimoni oculari parlano di un alterco verbale, mentre i media di regime si sono affrettati a parlare di scontri e molotov. Come se questo potesse giustificare un omicidio. Purtroppo sono tutte cose già viste, tutte scuse già sentite, inefficaci a fermare quella sacrosanta rabbia che ieri notte è esplosa incontrollabile illuminando le strade di Atene. Devono pagare caro, devono pagare tutto.