Stefano Cucchi, ucciso dallo Stato/2
Ecco il volantino che dalla giornata di ieri è cominciato a girare in città; un volantino che è stato lanciato nella giornata romana contro gli autoritarismi che si è tenuta a Piazza Navona. Un volantino, un comunicato, una presa di posizione che punta l’indice contro il colpevole che si autoassolve, contro l’omertà che lo foraggia, contro i silenzi che uccidono più e più volte chi già è stato vittima della sua impunità. Dai compagni assassinati nella lunga storia del nostro paese alle morti più recenti, tutte vittime dello stesso sistema di controllo e repressione che oggi si maschera dietro il falso mito della sicurezza. Nell’ultimo decennio il fenomeno dell’autoassoluzione dello Stato è andato a braccetto con una continua repressione dei dissensi, con una malcelata complicità fascista e con una politica di criminalizzazione delle lotte sociali. Da Carlo Giuliani a Federico Aldrovandi, da Dax a Renato, da Nicola ai molti deceduti nelle prigioni dei CIE. Le morti, tutte, hanno pesi differenti in questo paese; lutto di Stato e bandiere a mezz’asta per chi uccide nelle guerre imperialiste, criminalizzazione e disprezzo per i nostri morti. La vicenda di Stefano, per quanto slegata (solo di primo acchitto) dalle lotte sociali, è l’ennesimo emblema di quanto denunciato finora, l’ennesima vita spezzata da un carcere a cielo aperto.
ROMA NON DIMENTICA STEFANO, UCCISO DALLE GUARDIE, UCCISO DALLO STATO!