Tale figlio… tale padre.
Ve lo ricordate il mitico ingegner Cane di “Mai dire gol”? Si?! Ebbene preparatevi a metterlo da parte perchè i cameratti di casaclown ne hanno appena sfornato la versione 2.0. Ma andiamo con ordine. Due giorni fa i wu ming pubblicano sul loro sito una dettagliatissima ricostruzione della vicenda dei due Maro’ (leggi) e della narrazione sciovinista e razzista che ne è stata fatta dal nostro sistema politico e mediatico. In un passaggio dell’articolo di Matteo Miavaldi viene dedicata particolare attenzione alla “controperizia” dell’ing. Luigi Di Stefano e a tutte le stranezze ad essa collegate, prima fra tutte il fatto che sia stata redatta “da casa”, senza alcun sopralluogo, basandosi esclusivamente su articoli di giornali (ovviamente italiani) e filmati youtube. Prima di andare avanti considerate che questa “controperizia” è stata addirittura presentata alla Camera dei Deputati il 16 aprile scorso. Ora è successo che, tirato in ballo anche nel dibattito che ha seguito il post, il nostro “ingegnere” (e qui le virgolette, come capirete leggendo, sono davvero obbligatorie) abbia deciso di intervenire e dire la sua sulla controversia tra India ed Italia. Solo che mano a mano che la discussione proseguiva sono venuti alla luce tutta una serie di ridicoli altarini:
1) il sedicente “ingegnere” pur avendo affermato di “pensare tutto il male possibile” di chi in Italia sta strumentalizzando la questione dei Marò è niente di meno che il padre di due noti dirigenti di casaclown (che su questo caso c’hanno speculato come nessun altro) nonchè responsabile delle “politiche energetiche” sempre per casaclown;
2) che nel suo curriculum si fa riferimento a collaborazioni con istituti fantasiosi come il “Massachusset Istitute of Tecnologies” di Chicago, sbagliando sia il nome (Massachusset Istitute of Tecnology) che la collocazione (Cambridge/Boston);
3) che non è iscritto a nessun Albo degli Ingegneri;
4) e tutto questo perchè, come alla fine è costretto ad ammettere lui stesso, pur fregiandosi del titolo non è affatto un ingegnere essendosi “laureato” online in una “Università” ovviamente non riconosciuta in Italia.
Insomma alla fine è venuto fuori che il nostro Di Stefano oltre ad essere un fascista è tutt’al più un tecnico, un perito. E su questo siamo d’accordo anche noi: i fascisti dovrebbero essere tutti… periti.