Un compagno, un ribelle, un proletario: ciao Pelo
In qualche sobborgo dimenticato di Buenos Aires ci ha lasciato Sandro, Pelo per chiunque l’avesse conosciuto. Pelo apparteneva all’ultima generazione di compagni che erano al tempo stesso ribelli e proletari. Un ribelle vero, con le virtù e i vizi di chi, nato e cresciuto per strada, ha trovato nella politica, nella militanza comunista, la sua ragione di vita e la sua salvezza rispetto a una vita di merda che ha riservato, per lui e quelli come lui, poche gioie e moltissimi dolori. Dolori veri, che segnano una vita e che piegano anche gli spiriti più indomabili. Nell’ultimo tratto della sua vita politica si era avvicinato al nostro collettivo, tornando alla militanza politica dopo anni duri. Purtroppo, la depressione e la malasorte hanno vinto le sue difese. Aveva provato a ritrovare se stesso in Argentina, senza riuscirci. Ci lascia nella maniera più drammatica, solo e in esilio da quei compagni che non hanno saputo vincere insieme a lui le debolezze e le avversità della vita. Ma Pelo era un compagno del movimento, conosciuto da tutti, rispettato da tutti proprio perchè sempre in prima linea, pagando in prima persona, con denunce e arresti, una scelta di vita radicale, davvero senza compromessi. La burocrazia rallenterà il trasferimento della salma in Italia, ma sarà doveroso un ultimo saluto al compagno Pelo, da parte di tutti quei compagni che non hanno saputo difenderlo dalla sua stessa fragilità. La tua morte, Sandro, ci mette di fronte ai nostri limiti, ai limiti di un movimento che nel tempo ha perso contatto con quel proletariato politicizzato che costituiva il maggior vanto politico della sinistra rivoluzionaria. Si dice che chi ha compagni non muore mai. Dovremo tutti essere all’altezza di questa frase, e non sempre abbiamo dato dimostrazione di esserlo. Ciao Pelo.