Varie ed eventuali: il meglio (ma soprattutto il peggio) della settimana giornalistica/3.0
Anche questa settimana si conferma ricca di spunti. Spunti sempre in una sola ed unica direzione. Che siano notizie internazionali o eventi italiani, i media hanno la capacità di riportare tutti i fatti sotto un’unica lente interpretativa. Da questo punto di vista non soffrono di quello sfasamento mentale tipico di certa sinistra che produce chiavi interpretative diverse (a volta opposte) a seconda dei contesti e delle vicende particolari.
Partiamo dalla triste vicenda che ha coinvolto Gunter Grass qualche giorno fa. Lo scrittore tedesco ha infatti reso pubblica una poesia in cui venivano espresse alcune critiche a Israele. Critiche peraltro blande e accomodanti, persino ovvie, che si concentrano tutte in un assunto evidente: può uno stato che vanta il mirabile risultato di settantatre (73) condanne Onu per violazione dei diritti umani; che ha promosso nel corso degli anni decine di guerre e incursioni terroristiche contro gli stati confinanti; che possiede un arsenale nucleare pur non facendo parte (caso unico) dell’agenzia internazionale per l’energia atomica; che tiene soggiogata una popolazione e uno Stato (la Palestina); insomma, Grass dice che Israele è un pericolo per la pace in medioriente. Nientemeno! Israele è un pericolo per il mondo intero, e il fatto che uno stato del genere possieda anche armi atomiche avrebbe dovuto scatenare altro che guerre umanitarie, ma una vera e propria coalizione dei volenterosi per ristabilire determinati rapporti di forza (e di pace). Ovviamente sono riflessioni retoriche, visto che le guerre umanitarie sono sempre a senso unico, promosse proprio da Israele e dai suoi alleati.
Detto questo, però, non si è fatta attendere la risposta di Israele, che ha subito dichiarato Gunter Grass persona non gradita in territorio israeliano perché antisemita. Come sempre, gli “intellettuali” europei, più realisti del re, hanno subito avallato la lettura filosionista. E’ un discorso vecchio e orami logoro: chiunque avanzi critiche all’operato politico dello stato di Israele viene immediatamente zittito dandogli del razzista antisemita. Chiunque esprima critiche al sionismo come progetto politico coloniale viene accomunato alla peggiore feccia razzista neonazista riproponendo uno schema che, riguardo all’opinione pubblica, purtroppo funziona sempre: chi critica Israele in realtà nasconde il suo lato antisemita dietro attacchi apparentemente politici. Non c’è bisogno di argomentare ulteriormente crediamo, è un giochetto ormai smascherato, logoro, stancante, che esprime solo la pochezza di argomenti dei filosionisti per cui Israele sarebbe addirittura l’unica democrazia del medioriente. Puro cabaret, insomma.
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La seconda notizia di rilievo è legata a doppio filo con la prima, ed è una sorta di manifesto politico di come i giornali stiano evidentemente preparando il terreno alla guerra in Iran (e in Siria). Veniamo infatti a scoprire dal Corriere che l’Iran starebbe addestrando armate clandestine terroriste divise in cellule, che sarebbero presenti anche nel nord Italia(!). In base a un rapporto dei servizi segreti sauditi (!!) ci sarebbero cellule terroriste pronte a colpire in ogni città d’Europa. Riportiamo testualmente: “L’Offensiva terroristica è affidata a nuclei composti da 3-5 elementi che si sistemano nel paese bersaglio”.
Qui stiamo molto oltre l’assurdo. Da anni, e specialmente in questi ultimi mesi, l’Iran è sotto costante attacco terroristico israeliano, che tramite il Mossad sta uccidendo, in territorio iraniano, tutti gli scienziati coinvolti nel progetto nucleare. Incursioni terroristiche nelle maggiori città iraniane e nei pressi dei siti nucleari, un vero e proprio attacco non convenzionale e illegale. Per molto meno, abbiamo visto scatenare le famigerate guerre umanitarie tanto care all’occidente. Pensate solo per un attimo a un incursione iraniana in territorio israeliano che abbia come obiettivo l’uccisione di un suo scienziato. Sarebbe la guerra nucleare. Ecco, l’Iran convive con queste azioni terroriste da anni, eppure adesso veniamo a scoprire, grazie agli agenti segreti sauditi, che il problema per la nostra sicurezza sarebbero le cellule terroriste iraniane in Europa, cellule che ovviamente non esistono e che sono il frutto dell’attacco politico e ideologico dei sauditi nei confronti dell’Iran per ragioni di influenza regionale. Poi, chiaramente, una cellula legata agli iraniani si fa sempre in tempo a fabbricarla, magari qualche mese prima dell’attacco militare per giustificare la prossima guerra umanitaria, ma quello che dovrebbe far riflettere è il livello di manipolazione mediatica in atto da parte dei giornali. L’obiettivo è quello di creare le condizioni culturali tali da giustificare all’opinione pubblica un attacco a Siria e Iran. Uno schema già visto e rivisto molte volte, evitiamo pure farvi gli esempi. E dunque, tra delle azioni di guerra di Israele (reali), e le presunte cellule iraniane fabbricate dai servizi segreti sauditi, si fanno i titoli e gli articoli su quest’ultime e non sugli attacchi israeliani all’Iran, creando quel clima di insicurezza e di sdoganamento mentale a un attacco all’Iran tale da poter giustificare, fra qualche tempo, l’attacco vero e proprio. Nessuno però, nella sinistra, ha mosso anche solo un obiezione, una critica, un accenno al trattamento deformante che la realtà sta subendo dai media.
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Chiudiamo questa carrellata di notizie internazionali ricordando la morte dell’eroe dell’indipendenza algerina Ben Bella Completamente ignorato dai giornali, muore uno degli ultimi testimoni delle guerre di liberazione nazionali, un eroe dell’antimperialismo, riuscito a finire in carcere sia sotto la dittatura francese che sotto il nuovo stato libero d’Algeria. Il segno dei tempi non è tanto il silenzio mediatico rispetto a questo lutto storico, ma il silenzio della sinistra. Noi, invece, lo ricordiamo così