Visioni MILITANT(i)
Con colpevolissimo ritardo proviamo a recensire questo bel film uscito nelle sale lo scorso inverno e ormai reperibile nelle videoteche o in qualche arena estiva. La pellicola racconta dello sciopero indetto da 187 operaie inglesi del Ford Motors per ottenere la parità retributiva rispetto al resto degli operai della fabbrica. L’anno era il 1968 ma il nodo della questione (anzi delle questioni) che viene affrontato è talmente attuale che basterebbe cambiare i nomi dei protagonisti per ritrovarci tutto il mondo di merda che ci circonda. Per narrare questa storia Nigel Cole (lo stesso regista de “L’erba di grace”), sceglie, secondo noi efficacemente, il registro della commedia. E con un tono ed un ironia molto “british”, così com’era già accaduto qualche anno fa per “Grazie signora Tatcher”, riesce a raccontare una lotta sociale senza dover per questo abdicare alla leggerezza, intesa quì come fruibilità e non certo come superficialità. Il tutto condito da una colonna sonora da far leccare i baffi a base di Small Faces, James Brown e di un Desmon Dekker sempre pronto a ricordarci che “You can get it if you really want“. E quelle operaie si sono prese quello che spettava loro. Se lo sono preso perchè lo volevano veramente, perchè hanno lottato e perchè alla fine “sono diritti non privilegi”. Da sempre considerate meno conflittuali rispetto ai maschi le lavoratrici della Ford decidono finalmente di entrare in sciopero. In un primo momento le rivendicazioni si fermano all’abolizione della dequalificazione professionale di cui sono state fatte ogetto dall’azienda poi, però, la lotta si fa più “politica” e generale e l’obiettivo diventa la parificazione salariale. Ed è a quel punto che il protagonismo femminile si scontra, oltre che con la sete di profitto del padrone, anche contro il sessismo del resto degli operai e col paternalismo e la misoginia dei sindacati. Siamo convinti che guardando alcune delle scene del film vi rimarrà impossibile non sovrapporre ai vari burocrati che tentano di imbrigliare la lotta delle operaie le facce tronfie dei vari Bonanni, Angelini e Camusso, così come non vi sarà difficile sottoscrivere il giudizio delle lavoratrici:
Sindacalista durante il congresso: “Le grandi conquiste della civiltà sono frutto di un lentissimo progresso, passo dopo passo… perciò sono qui, perché sono d’accordo che il mio sindacato abbia sostenuto…. (entrano a sorpresa le operaie nella sala) queste incantevoli, coraggiose signore. Queste belle eroine con la retina per capelli nella loro lotta per la parità retributiva, non importa come. Ma dobbiamo guardare alle lotte sindacali nel loro insieme per tanto cari compagni vi chiedo di considerare le pretese di queste donne smisurate e premature…”
Operaia: “Monty Taylor ipocrita zerbino doppiogiochista cazzone pieno di merda”
Alzi la mano chi non si è sentito togliere le parole di bocca, perchè alla fine è proprio questo quello che sono questi burocrati sindacali sempre pronti a firmare tutto: ipocriti zerbini doppiogiochisti cazzoni… e pieni di merda! Ma come dicevamo il film lambisce, in maniera molto intelligente, molte altre questioni che evitiamo qui di elencare per amore di sintesi. Abbiamo però estrapolato un altro dialogo degno di nota, quello tra il rappresentante della Ford ed un ministro britannico:
Robert Tooley: “Io ritengo che vogliamo entrambi la stessa cosa signora Castle, lei ed io Ritengo che noi vogliamo che la Ford Motors assuma lavoratori inglesi
Ministro Castle: “La Ford è una parte vitale della nostra economia, ne sono perfettamente consapevole.”
Robert Tooley: Allora non ci costringa a rivolgerci altrove, ci aiuti a mantenere qui la produzione. Sostenga i nostri sforzi per combattere questi continui scioperi che minano la nostra capacità di produrre auto con un profitto. Che è il motivo per cui esiste la nostra attività. Altrimenti sposteremo altrove le nostre fabbriche
Ministro Castle: “Mi sta minacciano, forse, signor Tooley?”
Robert Tooley: “Cero di impedire che 40000 persone perdano il lavoro, ministro Castle. Sono i dipendenti che la ford impiega in questo paese oltre al sacrificio di decine di migliaia di lavoratori dell’indotto. Ora io credo che nessuno di noi due voglia correre questo rischio, vero?
Diteci la verità, non vi sembrano i ricatti del manager col maglioncino? O forse siamo noi che siamo troppo ideologizzati? Insomma, anche se il finale è un po’ troppo socialdemocratico per i nostri gusti è un film che crediamo valga davvero la pena di vedere.